VIVAVUCI
a cura di Gaia Bobò e Daniela Maria Geraci
30/07 - 11/08/2021
![](https://freight.cargo.site/t/original/i/e1c89a7f3402bb598fe723e83c7c4d805a9383268626c6a20061ca154d5a41d9/DSCF0776.jpeg)
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![](https://freight.cargo.site/t/original/i/4b5cfeb2ecfd7dee8ad14b02da169ad448851237bb295825ebe005dc9735273f/DSCF0778.jpeg)
José Angelino
Daniela Maria Geraci & Elena Lo Presti
Silvia Giambrone
Lily Lavorato
Pietro Librizzi
Timo Perfomativo
VIVAVUCI è un progetto espositivo che riflette sui processi di trasmissione vocale come veicoli di identità immateriali, estensione di un istinto antropologico volto alla sopravvivenza di pratiche e credenze condivise. La mostra pone in dialogo le opere di José Angelino, Daniela Maria Geraci & Elena Lo Presti, Silvia Giambrone, Lily Lavorato, Pietro Librizzi e Timo Performativo attraverso un percorso sviluppato negli spazi dell’ex deposito industriale viaraffineria. Gli artisti mettono a sistema, attraverso una pluralità di linguaggi, i diversi possibili sguardi sui processi di trasmissione, indagando gli stessi come sistemi di flussi energetici, tradizioni in movimento, terreni dislocati e trasformi.
A cura di Gaia Bobò e Daniela Maria Geraci, l’esposizione riserva una particolare attenzione alla complessa geografia del Sud Italia, intesa come spazio fluido, costellazione di mitologie e immaginari, la cui tradizione orale non è mai stata propriamente sistematizzata in parte a causa delle storie di migrazione che l’hanno caratterizzata nei secoli.
Il titolo, VIVAVUCI, ingloba il termine "voce" nella lingua siciliana – riconosciuta dall'UNESCO come una lingua vulnerabile a rischio di estinzione – facendo altresì riferimento al più comune "vivavoce", o comunicazione ad alta voce. L’intento è quello di celebrare lo strumento vocale – viva (la) voce – il più antico sistema di trasmissione di conoscenza, vibrazione che nasce dalle profondità del corpo, elemento fondamentale per la comunicazione di storie pubbliche e private.
La voce è strumento comunicatore, narratore, attivista, mediatore e meditatore. La sua mancanza è un silenzio attivo, che sottende la volontà di ascolto. Può offrirsi da sola, o accompagnarsi con altre diventando un coro, per protestare, vociare, persuadere, irretire, affogare, assordare, adorare, ridere, celebrare.
Main sponsor: AZ Group, Catania/Roma
︎ Testo critico della mostra, di Gaia Bobò
Registrazione della performance In Ballo Rehearsall (30/07/2021), di Timo Performativo
Daniela Maria Geraci & Elena Lo Presti
Silvia Giambrone
Lily Lavorato
Pietro Librizzi
Timo Perfomativo
VIVAVUCI è un progetto espositivo che riflette sui processi di trasmissione vocale come veicoli di identità immateriali, estensione di un istinto antropologico volto alla sopravvivenza di pratiche e credenze condivise. La mostra pone in dialogo le opere di José Angelino, Daniela Maria Geraci & Elena Lo Presti, Silvia Giambrone, Lily Lavorato, Pietro Librizzi e Timo Performativo attraverso un percorso sviluppato negli spazi dell’ex deposito industriale viaraffineria. Gli artisti mettono a sistema, attraverso una pluralità di linguaggi, i diversi possibili sguardi sui processi di trasmissione, indagando gli stessi come sistemi di flussi energetici, tradizioni in movimento, terreni dislocati e trasformi.
A cura di Gaia Bobò e Daniela Maria Geraci, l’esposizione riserva una particolare attenzione alla complessa geografia del Sud Italia, intesa come spazio fluido, costellazione di mitologie e immaginari, la cui tradizione orale non è mai stata propriamente sistematizzata in parte a causa delle storie di migrazione che l’hanno caratterizzata nei secoli.
Il titolo, VIVAVUCI, ingloba il termine "voce" nella lingua siciliana – riconosciuta dall'UNESCO come una lingua vulnerabile a rischio di estinzione – facendo altresì riferimento al più comune "vivavoce", o comunicazione ad alta voce. L’intento è quello di celebrare lo strumento vocale – viva (la) voce – il più antico sistema di trasmissione di conoscenza, vibrazione che nasce dalle profondità del corpo, elemento fondamentale per la comunicazione di storie pubbliche e private.
La voce è strumento comunicatore, narratore, attivista, mediatore e meditatore. La sua mancanza è un silenzio attivo, che sottende la volontà di ascolto. Può offrirsi da sola, o accompagnarsi con altre diventando un coro, per protestare, vociare, persuadere, irretire, affogare, assordare, adorare, ridere, celebrare.
Main sponsor: AZ Group, Catania/Roma
MATERIALI EXTRA
︎ Testo critico della mostra, di Gaia Bobò
Registrazione della performance In Ballo Rehearsall (30/07/2021), di Timo Performativo